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Grande Oriente de Itália apresenta aos seus maçons o escritor português Fernando Pessoa


Grande Oriente de Itália apresenta aos seus maçons o escritor português Fernando Pessoa

“Tenere sempre a mente il martire Jacques de Molay, Gran Maestro dei Templari, e combattere sempre e dovunque i suoi tre assassini: l’ignoranza, il fanatismo e la tirannia”, Fernando Pessoa sintetizza così la sua “Nota biografica” datata 30 marzo 1935. Pessoa sente che la morte gli si sta avvicinando e fissa su carta il suo pensiero perché ormai è politicamente isolato, da quando si è scagliato contro la proposta di legge di scioglimento delle cosiddette “società segrete”, presentata nella nuova Camera Corporativa da José Cabral, deputato di Unità Nazionale, il partito unico fondato da Salazar.


La soppressione in Portogallo della massoneria, l’unica Istituzione portatrice di valori di libertà e democrazia che si era opposta alla dittatura, sarà perciò l’atto di nascita dell’Estato Novo che Salazar, dopo un viaggio in Italia, copia dal modello fascista di Mussolini. Così come sovrapponibili sono le leggi di soppressione della massoneria volute dal duce italiano e quella portoghese dell’integralista cattolico Salazar. Unica differenza gli anni di emanazione: quella di Mussolini, che sarà di esempio per tutti i nascenti fascismi europei, è di dieci anni precedente (26 novembre 1925) a quella di Salazar. Il motivo dell’ineluttabilità della soppressione della massoneria da parte del fascismo è ideologico. è l’incompatibilità di valori. A spiegarlo è lo stesso Mussolini, che in una circolare dell’aprile del 1925 afferma senza reticenze, anzi con orgoglio, che essendo la massoneria il primo e più pericoloso nemico del fascismo, vada “cancellata”: “La massoneria per il suo programma internazionale, pacifista, umanitario -afferma il duce italiano- è nefasta alle idealità e alla educazione nazionale e tanto più pericolosa quanto più si ammanta di patriottismo....


La massoneria costituisce in Italia l’unica organizzazione concreta di quella mentalità democratica che è al nostro partito e alla nostra idea della nazione nemica”. In quel 1935, quando Pessoa redige la sua Nota biografica, la dittatura è al potere da quasi un decennio e Salazar, dopo essere stato guida economica dei precedenti governi militari, è già Primo Ministro da tre anni, carica che ricoprirà sino al 1968, allorquando verrà colpito da una malattia invalidante (saranno passati a quel punto ben trentasei anni). La censura sulla stampa e su tutto ciò che non sia in linea con il regime fascista è durissima, impenetrabile.


Ma Fernando Pessoa è figura troppo autorevole e conosciuta in campo internazionale per essere messo a tacere. Sente la morte vicina, sarebbe probabilmente più corretto scrivere che la vede lucidamente avvicinarsi e precisa, pur in questo quadro di terrore, la sua posizione e così la sua “Nota” diventa di fatto il suo testamento filosofico e al contempo un manifesto politico. Mi soffermo solo su due valutazioni che danno lo spessore culturale e l’intransigenza intellettuale di Ferdinando Pessoa, “combattere sempre e dovunque i tre assassini (di de Molay): l’ignoranza, il fa PESSOA: LA LOTTA PER LA LIBERTÀ IN PORTOGALLO di Luciano Fraschetti SAGGI 1 Pessoa (1912), Adolfo Rodríguez Castañé natismo e la tirannia”. Laddove “l’ignoranza” è la non conoscenza, che porta a condanne senza giustificazione logica (il riferimento implicito, nel momento storico in cui scrive, è al deputato dell’Assemblea Corporativa dell’Estato Novo José Cabral); “il fanatismo” è il dogmatismo del regime fascista, che in Portogallo avrà nella Chiesa il suo supporto principale; solo “la tirannia” non ha necessità di spiegazioni, perché per Pessoa, in Portogallo, ha un nome e cognome: Antonio de Oliveira Salazar.


Sentendo che la morte sta per bussare alla sua porta, Fernando Pessoa, prima fa chiarezza sul suo stato di “iniziato”, sino a quel momento in qualche modo celato dietro l’essere lui uno studioso di astrologia, cabala, alchimia. Scrive, infatti, nella Nota: “Iniziato, per comunicazione diretta da Maestro a Discepolo, nei tre gradi minori dell’(apparentemente estinto) Ordine Templare del Portogallo”. Dove “l’apparentemente estinto”, inserito tra parentesi, è dello stesso Pessoa. Poi aggiunge: “Cristiano gnostico e, quindi, assolutamente contrario a tutte le chiese organizzate e, soprattutto, alla chiesa di Roma. Fedele alla tradizione segreta del cristianesimo, che è in stretto rapporto con la tradizione segreta di Israele (la Santa Cabbala) e con l’essenza occulta della massoneria”. Il 4 febbraio 1935, sul “Diario de Lisboa”, giocando il prestigio universalmente riconosciutogli, Fernando Pessoa interviene pesantemente non solo contro il presentatore della proposta di legge ma contro lo stesso Salazar, che ne è il burattinaio. Titolo: Le “Associazioni segrete”, nel quale difende attraverso la massoneria il diritto di associazione. Infatti Pessoa, da profondo conoscitore della storia iberica, usa parola e penna per mettere in ridicolo quello che ritiene e definisce il “fantoccio” di Salazar in questa operazione di soppressione della massoneria portoghese: l’avvocato José Cabral, uno dei novanta deputati dell’Assemblea Nazionale dell’Estato Novo, che per tale “lavoro MassonicaMente n.12 Mag.-Ago. 2018 2 Almada Negreiros, “Ritratto di Fernando Pessoa”, 1954. sporco” sarà negli anni largamente remunerato con prebende e incarichi di prestigio dal regime, è infatti definito da Fernando Pessoa “un domenicano” che per portoghesi e spagnoli del “tempo” era infatti sinonimo di “Santa Inquisizione” e seguace di Torquemada. Quest’ultimo era domenicano e domenicani i suoi più stretti collaboratori e giudici dell’Inquisizione. Domenicano, per Pessoa, è quindi una parola-simbolo, che assume tutto ciò che di negativo si possa immaginare e ricordare in termini di soppressione di diritti e di disprezzo della persona, fino alla tortura e alla morte. Pessoa vede lucidamente, quindi, il disegno di Salazar e, attaccando pubblicamente la sua legge di scioglimento delle cosiddette “società segrete”, avvisa il Portogallo che la soppressione della massoneria è l’altra faccia di quel meccanismo di violenza e repressione di cui la PIDE, la polizia segreta costituita anch’essa sul modello mussoliniano dell’OVRA, è lo strumento tecnicooperativo. “L’iniziato” Pessoa intuisce lucidamente il peggio ma non indietreggia, anzi rafforza la sua vena polemica. Ironizza con Cabral ricordando che, assonnatosi l’Ordine Templare del Portogallo e scomparsa la carboneria dopo avere realizzato il suo scopo di sconfiggere la monarchia e creare la repubblica (1910), possano essere considerate “società segrete” solo massoneria e Compagnia di Gesù. è chiaro che sia solo la “cancellazione” della massoneria l’obiettivo vero ed unico della prima legge approvata della Camera Corporativa dell’Estado Novo, che dal 1935 sarà l’organo legislativo del Parlamento del Portogallo. Un errore culturale e storico, perché la massoneria, chiosa Fernando Pessoa, “non è una società segreta, ma è un ordine Iniziatico”: questa era la sua convinzione da uomo libero qual era. Pessoa conosce la funzione storica che la massoneria ha avuto in Portogallo, dalle riforme strutturali del marchese Pombal, ricostruttore di Lisbona dopo il devastante terremotomaremoto del giorno di Ognissanti del 1755. Sa che tutte le lotte per l’alfabetizzazione; la difesa dei contadini, ancora nel XIX° secolo in una condizione di servi della gleba; l’affermazione dei diritti economici e civili portano la firma della massoneria, che si è scontrata con il conservatorismo e l’integralismo della chiesa cattolica del Portogallo. “E conoscendo - testimonia perciò sul Diario de Lisboa - ho un’idea completamente positiva dell’ordine massonico”. Per queste ragioni avvisa perciò il Paese della negatività della soppressione politica della massoneria: è inutile, scrive, ed è negativo per il Portogallo, perché lo isolerà dal mondo. A rileggere la storia successiva si vedrà come la previsione di Pessoa fosse lucida, anche dal solo punto di vista della difesa dei profani “interessi” economici e geopolitici portoghesi: prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Pessoa è convinto che “il piccone del duce può distruggere l’edificio del comunismo italiano, non è però abbastanza potente per abbattere colonne simboliche, fuse in un metallo che viene dall’Alchimia”. è evidente che concetti come questi non possano essere tollerati da un regime che va ad uniformarsi all’Italia di Mussolini e alla Germania di Hitler. L’Assemblea Nazionale, definita dalla nuova costituzione salazariana Camera Corporativa e che poi approverà all’unanimità la proposta di soppressione della massoneria, che sarà pubblicata il 21 maggio del 1935, divenendo operativa a tutti gli effetti. Dieci anni dopo l’Italia di Mussolini, il Portogallo di Salazar si uniformerà così agli altri fascismi europei. Pessoa non interverrà più pubblicamente ma non mancherà di dire: “se il signor José Cabral conosce i nomi dei massoni - polemizza ironico Pessoa - in che cosa la massoneria portoghese è segreta?”. Pessoa morirà alcuni mesi dopo. Il 30 novembre 1935. Aveva solo 47 anni. Ma la sua battaglia per la legalità e la democrazia non sono morte con lui. Oggi in Portogallo non c’è strada o fiera, negozio o libreria, dove il suo volto non compaia. Di Salazar ha fatto giustizia la storia.

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