My Fraternity
9 de abr de 20203 min
Non è facile in un momento straordinario e drammatico come quello che tutti quanti stiamo vivendo a causa della pandemia che sta portando via migliaia di persone con le loro storie e i loro affetti, pensare al futuro, al momento in cui, finita la colossale emergenza, riacquisteremo quella normalità quotidiana e quella libertà che ci è stata tolta dal malefico virus che sta devastando le nostre esistenze. Tutti noi, in queste settimane siamo rimasti chiusi in casa, rispettosi delle norme di contenimento dell’epidemia decretate dal presidente del Consiglio dei Ministri, e da un profondo senso civico dettato da responsabilità verso gli altri e buon senso. Il prezzo da pagare è stato altissimo anche per noi, costretti a dover abbandonare il rituale e sacro lavoro nei templi, a rinunciare ad ogni contatto ravvicinato con gli altri fratelli e rinviare l’annuale Gran Loggia di Rimini a settembre. Solo noi e chi conosce ed apprezza senza pregiudizi la sublime e ultrasecolare tradizione massonica sa quanto tutto questo sia costato sul piano spirituale ai liberi muratori. Ma il morbo, pur contagiando e mietendo vittime non ha potuto far breccia nella forza e nel cuore di tanti cittadini e fratelli che lo hanno combattuto e continueranno a combatterlo sino ad estirparlo dai polmoni della nostra amata Patria. I massoni del Grande Oriente d’Italia, in silenzio e senza clamore, in questa tragedia hanno continuato a dare il loro apporto al Paese nel momento del bisogno svolgendo con professionalità e senso del dovere il loro compito. Come hanno fatto i fratelli medici Francesco e Giuseppe, morti nel compimento della loro missione di salvare vite umane in questa lotta contro il coronavirus. A loro, innanzitutto, deve andare il mio ringraziamento e quello di tutti i fratelli italiani per aver esercitato con coraggio e passione la loro opera profana insieme all’Arte ed ai valori appresi nel tempio massonico. Uomini che, purtroppo, hanno portato a compimento la loro vita terrena ma che hanno dato esempio di cosa sia per noi il dovere e la fratellanza verso tutti. Altri fratelli hanno raccolto il loro testimone in questa magnifica prova di resistenza.
Così come tanti altri liberi muratori e cittadini stanno portando avanti le attività produttive e i servizi fondamentali del nostro Paese. Dovere e solidarietà, solidarietà e dovere, sono autentici capisaldi per l’iniziato che non devono venire mai meno percorrendo incessantemente la via della saggezza, della forza e della bellezza. Nel nostro rituale tutto questo viene ripetuto all’iniziando con poche ma profonde parole che verranno scolpite per sempre nella memoria di ognuno. Approfittiamo di questa tribolata fase della nostra vita per utilizzarla in modo positivo e con fiducia. Dobbiamo sforzarci anche di pensare al futuro che può essere di sostegno al nostro presente. Ci sarà un dopo. E’ una delle poche certezze che abbiamo: #tuttoquestopasserà.
Stefano Bisi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Palazzo Giustiniani